La conversazione, perché di questo si è trattato e non di una vera e propria presentazione di un libro, avuta dal pubblico con Alberto Cristofori è stata veramente interessante e vasta per il numero di argomenti trattati.
Le vicende dell’anziano ex dirigente di un’azienda di vernici milanese, nel periodo che ha diviso le due catastrofi delle guerre mondiali, hanno fatto da sfondo all’approfondimento di problemi ancora più vasti come il valore del mito e l’approccio romantico alla narrazione, la necessità di rendere “naturale” la voglia di apprendimento dei giovani studenti del giorno d’oggi…
La decisione di Odoardo di iniziare un viaggio, che tale è più nella dimensione temporale che in quella spaziale, coglie di sorpresa la sua famiglia e fa quasi infastidire il nipote, voce narrante del racconto, che solo dopo aver sviluppato l’intero tragitto sentimental-geografico narratogli dal nonno, con l’integrazione di altri elementi della famiglia, riesce a recuperare il tono di affetto e tenerezza nei confronti del vegliardo con il quale aveva, all’inizio del racconto, parecchi spunti di contrapposizione.
Ogni tappa del viaggio e ogni puntuale ricordo sono l’occasione per far chiarire al nonno e al nipote aspetti diversi delle loro rispettive vicende umane. Il primo recupera così la dimensione di una consapevolezza della ineluttabilità delle vicende della vita e il secondo matura nuovi convincimenti recuperando un più pacato e comprensivo rapporto con il nonno.
La grande disponibilità, la signorilità e la pacata capacità espositiva di Alberto Cristofori sono caratteristiche assolutamente apprezzabili negli attuali contesti mediatici in cui si cerca il consenso basandosi sui decibel dell’esposizione e non sul reale contenuto. L’Associazione culturale Clementina Borghi vorrà riproporre appena possibile un incontro con Alberto Cristofori per approfondire anche altre tematiche e altri aspetti delle attività di questo interessante autore.
Cristofori, finalista in diversi concorsi letterari di spicco a livello nazionale, è stato selezionato nella terna dei finalisti della Sezione Narrativa per il premio Comisso.