La proiezione di “Portico d’Ottavia 13”: un monito per evitare che il passato si ripeta

Con la proiezione al TNT del film di Franco Di Leo

Portico di Ottavia 13

tratto dall’omonimo saggio storico di Anna Foa, la nostra associazione ha concluso le manifestazioni dedicate al giorno della memoria organizzate in collaborazione con l’UDI Velia Sacchi di Bergamo, con l’ANPI , con la BCC e con il Comune di Treviglio.

Il ciclo di eventi si è aperto con la posa della PIETRA D’INCIAMPO in ricordo di Rachele Lea Stern Mänas che abitò a Treviglio con parte della famiglia prima di essere arrestata e deportata in quanto ebrea.

Il progetto per non disperdere la memoria è promosso dalla Tavola per le Pietre d’inciampo.

Alla serata di giovedì 27 gennaio ha partecipato anche il regista che ha narrato al pubblico presente e numeroso i modi in cui è stata  effettuata la narrazione storica delle vicende avvenute in una via del ghetto, Portico d’Ottavia, abitata da famiglie ebree, di certo non ricche, decimate dall’odio fascista e dalla furia vendicativa dei tedeschi che occuparono Roma. Molte di quelle persone furono poi tra le vittime delle Fosse Ardeatine.

Anna Foa con le parole e Franco Di Leo con le immagini hanno ripercorso gli eventi di quei giorni non attraverso una narrazione ma con una serie di interviste e racconti che si attenevano alla verità storica.

Il risultato è stato un film interessante anche dal punto di vista estetico: una fotografia che richiamava più il bianco e nero,  un’accurata ricostruzione storica dei costumi e degli ambienti, gli attori che hanno rinunciato alla loro capacità drammatica per narrare gli eventi. Posti tutti di profilo o di tre quarti, nessuno ha mai guardato la macchina da presa, ma un interlocutore che veniva da lontano, un presente che richiedeva il passato, l’esigenza di spiegare oggi ciò che è avvenuto ieri attraverso il ricordo, attraverso i brandelli di muro che ancora resistono all’imperturbabile logorio della memoria.

Ed è a questa facoltà che il regista si è rivolto con il film, perché oggi, purtroppo, conosciamo tante storie legate alla Shoah che fanno piangere, riflettere, inorridire, disprezzare. Ma ricordare significa andare a cercare gli dettagli, i particolari irrilevanti  che si perdono nel quotidiano, una calza, una radio, un piatto, una porta  rimasta aperta, un cuscino da sbattere al mattino, il silenzio di una finestra che non si apre più.

È stata una serata carica di emozioni e di partecipazione attenta. I commenti e le osservazioni del pubblico hanno colto l’aspetto più umano e intimo delle storie raccontate in ‘Portico d’Ottavia 13’, microstorie che confluiscono nel flusso più grande degli sciagurati eventi di quei tragici anni. Da tutti è stato colto l’invito a ‘non dimenticare’, non solo in occasioni formali come il 27 gennaio, ma sempre, dentro le nostre coscienze.” Questa la riflessione del regista a conclusione della proiezione.

Per dare più forza a questi momenti coinvolgenti l’evento si è concluso con il “gioco” ideato da Franco Di Leo che è consistito nella distribuzione ai presenti della copia dell’ordine consegnato a coloro i quali venivano strappati dalle loro case contenente le dure prescrizioni da seguire per svolgere in “modo ordinato” la loro deportazione!

Per capire l’orrore e non ricadere in quell’orrore, bisogna provare, sapere cosa significa avere solo venti minuti per lasciare la casa, radunare pochissime cose, donare oro e denaro e andare via, per sempre, da dove si è vissuto, verso una destinazione ignota, verso un futuro che non c’è.

Vedere, leggere e provare per non dimenticare.

Alla proiezione ha presenziato anche il sindaco di Treviglio, Juri Imeri, che con l’evento organizzato dall’Associazione Culturale Clementina Borghi ha idealmente concluso il trittico di eventi per la Giornata della Memoria svoltisi a Treviglio.

Alla Tavola per le Pietre d’inciampo danno il loro contributo: il Comune di Bergamo, la Provincia di Bergamo, Aned, Anpi, Associazione Italia Israele, Isrec Bergamo, Museo delle Storie di Bergamo