Rosangela Pesenti, storica, antropologa e attivista UDI, nell’incontro presso l’Auser di Treviglio, ha chiarito in modo esemplare e con un dialogo partecipato con il pubblico come e quanto sia complessa la strada verso una reale ed efficace applicazione dei diritti sociali e politici dell’universo femminile.
Il cammino è partito da lontano, come si apprende sfogliando il libro “Donne e leggi in Italia Promemoria” – edizioni “Il filo di Arianna“.
E si può tranquillamente affermare che si tratta di una “partenza falsa” se consideriamo che la prima legge che voleva normare il mondo femminile emanata nel 1861, a Stato unitario appena costituito, era una legge che si “preoccupava” di regolarizzare la prostituzione con l’obiettivo finale che “una donna dichiarata prostituta” non potesse più liberarsi del marchio infamante che veniva addirittura trascritto sui documenti personali di identificazione.
Si tratta di un libro che l’autrice ha scritto quasi “per inerzia” e che è il frutto di un lavoro di preparazione di corsi scolastici e di eventi formativi che Rosangela Pesenti ha sviluppato nel corso degli anni di attività ed impegno socio-politico per ribadire il messaggio fondamentale che “la libertà delle donne rinasce sempre perché è civiltà“.
La considerazione finale che l’intervento dell’autrice ci lascia è che: “Abbiamo l’obbligo di coltivare speranze” anche di fronte ai problemi che ricorrentemente ci vengono presentati dal quotidiano vivere.
Dobbiamo, quindi, essere tutti parte attiva nel cambiamento che è necessario portare avanti perché non possiamo accettare, consciamente o inconsciamente, il pensiero di Ismene, sorella di Antigone, che ricordava alla sorella che “siamo nate donne e contro gli uomini non possiamo combattere” e che “E’ necessario obbedirgli a costo di dolori anche più grandi.”