Treviglio in piazza Manara per la manifestazione “Insieme contro la guerra per costruire la pace”

Poche parole per raccontare la manifestazione di oggi, 24 marzo 2022, per fermare la guerra e costruire la pace.

Veramente tante le associazioni, in ventisette hanno dato la loro adesione, che hanno portato la testimonianza a favore di chi è stato invaso, ferito, ucciso e violentato dalla pazzia e forza bruta di chi per affrontare i problemi pensa che la soluzione debba passare attraverso l’utilizzo delle armi.

Letture di Brecht, Rodari, testi di associazioni e letture del vangelo sono risuonate in piazza Manara tutti brani concordemente sintonizzati nella denuncia dell’orrore della guerra e nella segreta speranza che chi ha dato il via a questa azione folle rinsavisca e comprenda la portata dell’orrore che ha scatenato.

La nostra associazione ha parlato per bocca di Luisella Basso Ricci che ha interpretato la poesia di Brecht “Generale” di cui riportiamo il testo e un breve video della interpretazione di Luisella.

Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.

Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.

Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

Luisella Basso Ricci interpreta la poesia “Generale” di Berthold Brecht

A Treviglio una collaborazione “cinematografica” di valore

Un applicazione efficace e concreta del detto “l’unione fa la forza”!

Grazie alla disponibilità di competenze e mezzi di Anteo Spazio Cinema, una serie di associazioni di varia estrazione ha dato vita all’iniziativa

Cinema per noi – Voci dal mondo

A far nascere il progetto che porterà all’Anteo Spazio Cinema di Treviglio cinque film intriganti su temi di attualità è stata la collaborazione tra Terza Università, Associazione culturale Clementina Borghi, Auser Città di Treviglio, Pro Loco Treviglio, CGIL SPI Treviglio, Comitato Soci Coop, Slow food Bassa Bergamasca, Pensionati Trevigliesi, Easy Bar Treviglio che, in un periodo non facile, hanno unito le loro forze per tornare ad proporre il film come mezzo per innescare riflessioni, discussioni e approfondimenti.

Nei giovedì del cinema a partire dal 3 fino al 31 marzo due proiezioni al giorno (alle 16 e alle 21) di film che toccheranno temi molto attuali. Il dettaglio della manifestazione nelle locandine allegate.

P.S.: gli organizzatori assicurano, mettendo in gioco tutta la loro credibilità, che non è assolutamente prevista la proiezione de “La corazzata Potëmkin” di fantozziana memoria!

Per non dimenticare dopo appena una settimana!

È passata appena una settimana dalla “Giornata della memoria” e non vogliamo certamente far trascorrere un anno intero prima di tornare a parlare di argomenti che meritano di essere ricordati “come il diario che ciascuno porta sempre con sé“.

Ma per ricordare bisogna conoscere, bisogna studiare e meditare.

Per questo motivo proponiamo l’intervista all’avvocato Bruno Segre, grande persona e testimone del secolo scorso e del tempo attuale, che ci fornisce basilari strumenti per comprendere il recente passato e individuare la strada per evitare che i pericoli tuttora presenti diventino problemi reali.

L’intervista, a cura di Marco Scipolo, è tratta dal numero novembre-dicembre 2021 della rivista Polizia e Democrazia a cui va il nostro ringraziamento per l’autorizzazione alla pubblicazione.

E ora … buona lettura e buona meditazione!

PS: per leggere l’intervista scorrere il file pdf riportato all’interno della finestra sottostante

La proiezione di “Portico d’Ottavia 13”: un monito per evitare che il passato si ripeta

Con la proiezione al TNT del film di Franco Di Leo

Portico di Ottavia 13

tratto dall’omonimo saggio storico di Anna Foa, la nostra associazione ha concluso le manifestazioni dedicate al giorno della memoria organizzate in collaborazione con l’UDI Velia Sacchi di Bergamo, con l’ANPI , con la BCC e con il Comune di Treviglio.

Il ciclo di eventi si è aperto con la posa della PIETRA D’INCIAMPO in ricordo di Rachele Lea Stern Mänas che abitò a Treviglio con parte della famiglia prima di essere arrestata e deportata in quanto ebrea.

Il progetto per non disperdere la memoria è promosso dalla Tavola per le Pietre d’inciampo.

Alla serata di giovedì 27 gennaio ha partecipato anche il regista che ha narrato al pubblico presente e numeroso i modi in cui è stata  effettuata la narrazione storica delle vicende avvenute in una via del ghetto, Portico d’Ottavia, abitata da famiglie ebree, di certo non ricche, decimate dall’odio fascista e dalla furia vendicativa dei tedeschi che occuparono Roma. Molte di quelle persone furono poi tra le vittime delle Fosse Ardeatine.

Anna Foa con le parole e Franco Di Leo con le immagini hanno ripercorso gli eventi di quei giorni non attraverso una narrazione ma con una serie di interviste e racconti che si attenevano alla verità storica.

Il risultato è stato un film interessante anche dal punto di vista estetico: una fotografia che richiamava più il bianco e nero,  un’accurata ricostruzione storica dei costumi e degli ambienti, gli attori che hanno rinunciato alla loro capacità drammatica per narrare gli eventi. Posti tutti di profilo o di tre quarti, nessuno ha mai guardato la macchina da presa, ma un interlocutore che veniva da lontano, un presente che richiedeva il passato, l’esigenza di spiegare oggi ciò che è avvenuto ieri attraverso il ricordo, attraverso i brandelli di muro che ancora resistono all’imperturbabile logorio della memoria.

Ed è a questa facoltà che il regista si è rivolto con il film, perché oggi, purtroppo, conosciamo tante storie legate alla Shoah che fanno piangere, riflettere, inorridire, disprezzare. Ma ricordare significa andare a cercare gli dettagli, i particolari irrilevanti  che si perdono nel quotidiano, una calza, una radio, un piatto, una porta  rimasta aperta, un cuscino da sbattere al mattino, il silenzio di una finestra che non si apre più.

È stata una serata carica di emozioni e di partecipazione attenta. I commenti e le osservazioni del pubblico hanno colto l’aspetto più umano e intimo delle storie raccontate in ‘Portico d’Ottavia 13’, microstorie che confluiscono nel flusso più grande degli sciagurati eventi di quei tragici anni. Da tutti è stato colto l’invito a ‘non dimenticare’, non solo in occasioni formali come il 27 gennaio, ma sempre, dentro le nostre coscienze.” Questa la riflessione del regista a conclusione della proiezione.

Per dare più forza a questi momenti coinvolgenti l’evento si è concluso con il “gioco” ideato da Franco Di Leo che è consistito nella distribuzione ai presenti della copia dell’ordine consegnato a coloro i quali venivano strappati dalle loro case contenente le dure prescrizioni da seguire per svolgere in “modo ordinato” la loro deportazione!

Per capire l’orrore e non ricadere in quell’orrore, bisogna provare, sapere cosa significa avere solo venti minuti per lasciare la casa, radunare pochissime cose, donare oro e denaro e andare via, per sempre, da dove si è vissuto, verso una destinazione ignota, verso un futuro che non c’è.

Vedere, leggere e provare per non dimenticare.

Alla proiezione ha presenziato anche il sindaco di Treviglio, Juri Imeri, che con l’evento organizzato dall’Associazione Culturale Clementina Borghi ha idealmente concluso il trittico di eventi per la Giornata della Memoria svoltisi a Treviglio.

Alla Tavola per le Pietre d’inciampo danno il loro contributo: il Comune di Bergamo, la Provincia di Bergamo, Aned, Anpi, Associazione Italia Israele, Isrec Bergamo, Museo delle Storie di Bergamo

Portico d’Ottavia 13, il film per il giorno della memoria

Con il passare del tempo, la celebrazione de “Il giorno della memoria” diventa, sempre più “un’occasione necessaria” per raccontare alle giovani generazioni gli orrori, le persecuzioni e i lutti inflitti dal nazismo e dal fascismo.

Il tragico racconto della Storia deve servire a che non si dimentichino le sofferenze, i morti e le deportazioni e, principalmente, per scongiurare la drammatica ripresentazione di tali orrori.

L’Associazione culturale Clementina Borghi con il prezioso contributo del Comune di Treviglio e la fattiva collaborazione della sezione ANPI di Treviglio, della UDI Velia Sacchi di Bergamo e della BCC di Treviglio presenta

Portico d’Ottavia 13

film di Franco Di Leo, basato sul saggio di Anna FoaPortico d’Ottavia 13 una casa del ghetto nel lungo inverno del ’43” che narra le vessazioni subite dai cittadini italiani di religione ebraica che abitavano in una casa ai margini del Ghetto di Roma.

Le loro storie autentiche, intrecciate con quelle dei nove mesi segnati per gli ebrei romani da oltre duemila deportazioni, costituiscono il flusso narrativo del film e narrano gli obbrobri subiti per mano delle bande autonome dei fascisti che, al seguito di delazioni e promesse di denaro, si pongono agli ordini dei nazisti deportatori.

L’appuntamento è per il 27 gennaio 2022 alle ore 20,30 al TNT di Treviglio sito in Piazza Garibaldi.

L’evento è aperto a tutti purché siano rispettate pienamente le norme antipandemia.

Interverranno il regista Franco Di Leo e via web l’autrice del saggio Anna Foa

Il contributo dell’Associazione Clementina Borghi alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

In mezzo al surplus comunicativo di immagini, filmati e cerimonie che pongono all’attenzione pubblica questo triste fenomeno ci eravamo chiesti: “Quale contributo possiamo dare per rafforzare la comunicazione su questo enorme problema?

L’articolo di Oriana Liso su Repubblica Milano ci è sembrato essere la giusta risposta perché propone un punto di vista ribaltato e un approccio che potrà contribuire a controllare prima e ridurre poi la follia che sta alla base di questi aberranti comportamenti …

La questora Alessandra Simone, ideatrice del Protocollo Zeus:

“Li rieduchiamo dopo il primo schiaffo e nove su dieci non picchiano più”

di Oriana Liso

“Considerare gli uomini solo antagonisti e carnefici non serve a nessuno, neanche alle donne.

Rieducare, senza sminuire la gravità di quanto fatto ma facendola comprendere, è una strada”

MILANO – “Possiamo e dobbiamo mettere in sicurezza le donne vittime di violenza, aiutarle a denunciare e offrire loro un sostegno dopo la denuncia. Ma se non lavoriamo anche sull’uomo maltrattante avremo salvato solo “quella” donna, e lui potrà cercare altre vittime”. 

Alessandra Simone è stata nominata a maggio dirigente superiore della polizia di Stato, questora, l’ultimo incarico precedente era quello di dirigente dell’Anticrimine di Milano. Dove, anni fa, si occupava già di reati sessuali e contro i minori. E dove ha messo a punto il protocollo Zeus, partito proprio da Milano nel 2018 e ora operativo in trenta città italiane.

Perché pensare agli uomini? Sono le donne le vittime della violenza.
“E questo non  lo dimentica mai nessuno, anzi: è proprio per proteggere e aiutare le donne che abbiamo studiato e continuiamo ogni giorno a lavorare sul Protocollo Zeus. Considerare gli uomini solo antagonisti e carnefici non serve a nessuno, neanche alle donne. Rieducare, senza sminuire la gravità di quanto fatto ma facendola comprendere, è una strada”.

Ci spiega in cosa consiste questo protocollo?
“Per la prima volta la prevenzione rivolge la sua attenzione all’uomo maltrattante e allo stalker, grazie all’osservazione sul campo, e per questo è importante il primo intervento. Davanti a una condotta che potrebbe sfociare in violenza ma non è ancora un reato il questore emette un ammonimento per stalking o per violenza domestica, convochiamo l’uomo intimandogli di interrompere ogni forma di aggressione anche verbale invitandolo però a seguire un percorso di recupero trattamentale (non terapeutico) in un Cipm, un centro specializzato nel contrasto alla violenza e per i conflitti interpersonali”.

E lo fanno davvero?
“Dal 2018 a Milano e provincia abbiamo ammonito e invitato a seguire il percorso oltre 300 uomini violenti, il 90 per cento di loro non ha più manifestato forme di violenza e ha capito il disvalore delle sue azioni e le mogli, ex mogli, compagne hanno riacquistato serenità, e lo sappiamo perché facciamo incontri e controlli periodici. Una recidiva bassissima si può ottenere, però, soltanto se interagiscono almeno due fattori: l’agire in tempo, quando la violenza non si è ancora manifestata pienamente, e fare rete”.

Qual è la situazione tipo in cui utilizzate il protocollo?
“La volante – o i carabinieri, la polizia locale: tutti dobbiamo essere preparati – viene chiamata perché c’è una lite in casa, ascoltando la coppia si capisce che c’è stata agitazione, uno schiaffo, ma non ci sono denunce precedenti. Se non c’è una dinamica di maltrattamenti in famiglia l’uomo può essere denunciato solo se è la donna a sporgere querela, ma nella relazione l’agente farà presente la situazione e il questore potrà far partire l’ammonimento. A quello schiaffo potrebbe seguire una pedata, le mani al collo: intervenire quando tutto è ancora recuperabile, questo cerchiamo di fare”.

Come reagiscono le donne? Uno dei problemi è ancora, purtroppo, la difficoltà a denunciare?
“Si sentono aiutate, capite. Vogliono essere aiutate, ma vogliono anche salvare i loro compagni. Tante di loro si vergognano a denunciare. Una cosa in tutti questi anni ho capito, ed è fondamentale: le donne vittime di violenza non vogliono compassione ma comprensione, altrimenti alzano un muro e non è più possibile aiutarle”.

Il 7 dicembre Milano, la città in cui ha lavorato per vent’anni, le tributerà l’Ambrogino d’oro per il suo impegno a difesa delle donne e dei soggetti deboli. A chi dedica questo riconoscimento?
“A Roberta Priore, uccisa a Milano nel 2019 dal suo compagno, che si è poi suicidato in carcere. Quattro giorni prima le volanti erano entrate per la prima volta a casa, due giorni dopo c’era stato un altro allarme e avevamo preparato l’ammonimento. Quando abbiamo telefonato per comunicarlo, Roberta Priore era appena stata uccisa. Fa male, certo, ma ai miei ragazzi ho detto che la strada era quella giusta, che noi c’eravamo. Ecco perché dobbiamo arrivare ancora prima”.

A CHE PUNTO E’ IL PROGETTO THE ECONOMY OF FRANCESCO?

Il progetto che la nostra Associazione ha presentato all’ISIS Guglielmo Oberdan e che porta la firma del Prof. Stefano Rozzoni procede con la più attiva partecipazione dei docenti e degli studenti.

Poco più di una settimana fa è avvenuto il secondo incontro con le classi durante il quale si è riflettuto sull’aspetto più ‘pratico’ del progetto, ovvero: il glossario: cos’è? perché è importante? Come realizzarlo?

Il 18 novembre scorso gli studenti hanno fornito l’abstract del proprio progetto, ovvero un breve testo di 100-150 parole in cui viene spiegato in che modo si desidera sviluppare la definizione del lemma che è stato loro assegnato (es. in modo tradizionale, fotografico, ecc.) con alcune motivazioni sulla scelta, oltre ai riferimenti di 4-5 fonti che si intenderà consultare nelle prossime settimane.

Stanno lavorando al progetto gruppi di alunni composti da tre persone, con un lemma trasversale, quello  dell’ ‘Economia’ , proposto a tre gruppi, uno per ogni indirizzo proposto dall’ISIS Oberdan.

Il prossimo appuntamento è per il 21 dicembre: prima delle vacanze natalizie gli studenti dovranno mettere in comune il loro lavoro definendo un link di accesso al documento che contiene la propria definizione. 

Attualmente la nostra associazione, in particolare Stefano Rozzoni, Andreina Pasini, Ariella Borghi e Pinuccia D’Agostino con il referente del progetto per l’Istituto Oberdan, Prof. Claudio Buttinoni, sta lavorando per costituire un comitato editoriale che supervisioni la redazione dei lavori dando dei riscontri su come migliorarli. 

Tra la visione degli elaborati, la restituzione e la riconsegna dei lavori migliorati secondo le indicazioni dei docenti, si giungerà sicuramente al primi di marzo del 2022, tempo in cui, il comitato editoriale, unitamente ad alcuni rappresentanti degli enti cittadini che saranno coinvolti nell’iniziativa potrà procedere con la pubblicazione del lavoro effettuato.

Obiettivo finale del progetto è: presentare il lavoro completo, raccolto in una pubblicazione, per il prossimo mese di maggio.

Intanto cresce l’interesse per questo progetto che si inserisce in un panorama culturale ben più ampio del territorio cittadino come dimostrato dall’attenzione di diversi enti e dai patrocini ricevuti.

All’Associazione culturale Clementina Borghi che con entusiasmo ha aderito al progetto del Prof. Stefano Rozzoni, non resta che ringraziare l’Istituto Oberdan nelle persone del Dirigente Prof. Antonio Venneri, dei docenti, Proff. Claudio Buttinoni, 3A LES, Silvia Maconi  3C LES, Elisabetta D’Amico  3A LSU, Veronica Ravelli  3E ITE, Ursula Ciaralli  3F ITE e Mario Conti  3Q.



Il progetto “The economy of Francesco” muove i primi passi nelle classi dell’I.S.I.S. Oberdan

Il progetto “Eco-Logico” denominato “The economy of Francesco” ha compiuto i primi passi convinti e partecipati in sei classi dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore Oberdan della nostra città.

Il Papa nel marzo dello scorso anno ha chiamato, proprio nella Assisi di Francesco, il poverello fattosi santo, alcune delle figure più rappresentative a livello mondiale nel campo delle scienze economico-sociali chiedendo loro di elaborare nuovi approcci economici per un mondo più equo.

Tutti sappiamo che i grandi consessi internazionali nei quali gli esperti delle varie discipline indicano gli assi portanti della risoluzione di un problema rischiano di diventare l’ennesima vox clamantis in deserto se da quei consessi non deriva l’innesco di iniziative molteplici, convinte e “disperse” nei territori e tra le persone che hanno a cuore la soluzione prospettata.

Ed è stata proprio questa considerazione che ha fatto germogliare nell’ambito dell’Istituto Oberdan l’idea della messa in pratica del progetto grazie alla pronta accettazione da parte dell’allora Dirigente Scolastica Maria Gloria Bertolini che ha passato il testimone al Dirigente in carica, Antonio Venneri.

Entrambi hanno accettato e sviluppato la proposta di Stefano Rozzoni che, grazie alle competenze in ambito ecologico e sociale, agirà da consulente esterno affiancando la squadra di docenti responsabili delle classi coinvolte nel progetto e precisamente i proff. Claudio Buttinoni per la 3A LES, Silvia Maconi per la 3C LES, Elisabetta D’Amico per la 3A LSU, Veronica Ravelli per la 3E ITE, Ursula Ciaralli per la 3F ITE e Mario Conti per la 3Q.

Maggiori dettagli sullo stato del progetto sono riportati nell’articolo del Popolo Cattolico del 30 ottobre us che mette in evidenza come “la proposta di un simile progetto anche in un istituto di Treviglio rappresenta un segnale tangibile di un processo di rinnovamento culturale e paradigmatico in corso del nostro territorio“, osservazione perfettamente in linea con gli obiettivi statutari della Associazione culturale Clementina Borghi che è da sempre attenta ed attiva ai temi della formazione delle giovani generazioni.

Un contributo per lo sviluppo del progetto “The Economy of Francesco”

Il progetto di studio “The Economy of Francesco, un glossario per riparare il linguaggio dell’economia”, proposto dalla nostra Associazione e dal Prof. Stefano Rozzoni all’Istituto OberdanLiceo ad indirizzo economico della nostra città muove i primi passi. Ecco un contributo all’approfondimento sul tema:

Il Papa ai giovani di “Economy of Francesco”: mettete la fraternità al centro – Vatican News

Fonte: sito Vaticannews.va

LE DONNE CORAGGIOSE TORNANO IN MOSTRA 2-14 ottobre 2021

da sabato 2 ottobre e fino a giovedì 14 i riflettori saranno nuovamente accesi sulla mostra itinerante “Il coraggio delle donne”.

Così come i momenti difficili come malattie e incidenti hanno segnato la vita di queste donne ma non ne hanno fiaccato la tempra anche la mostra che ci ha fatto conoscere le loro vicende grazie alle foto del circolo fotografico il Caravaggio non è stata fiaccata dalla pandemia Covid-19!

Dopo le precedenti edizioni tenutesi a Caravaggio, a Treviglio e a Bergamo, la mostra ritorna a Treviglio presso il Centro commerciale Treviglio di viale Montegrappa, 31 dove le foto esposte ci faranno nuovamente conoscere le vicende di queste donne coraggiose che hanno trasformato le difficoltà in opportunità di rivalsa diventando dei veri esempi per tutti.

Realizzata con il patrocinio del Consiglio delle Donne di Treviglio, la mostra presenta le immagini realizzate da 15 fotografi del Circolo fotografico Il Caravaggio: foto in bianco e nero e foto a colori di donne riprese nel corso della loro attività lavorativa, a dimostrazione che di dolore si può vivere e non bisogna mai lasciarsi abbattere.

La mostra è realizzata anche con il contributo di diverse associazioni del territorio: Aisla, Amici di Gabri, Associazione Clementina Borghi, Casa delle Donne, Commissione Pari Opportunità di Caravaggio, Soroptimist club di Treviglio e pianura bergamasca.

I quindici i fotografi cha hanno partecipato con le loro opere sono: Enrico Appiani, Duilio Bellomo, Lino Beltrame, Vittorio Brambilla, Marco Celestina, Antonio Cozzi, Roberta Tassi, Alessandro Frecchiami, Marco Goisis, Victoria Herranz, Giuseppe Maridati, Andreina Pasini, Giovanni Roglio e Gianni Testa.

Venti sono invece le donne che volentieri si sono sottoposte all’obiettivo, contribuendo a rendere unica questa mostra che continuerà a far conoscere questo messaggio all’intera collettività bergamasca.

Le citiamo con il loro nome di battesimo: Lia, Gabriella, Imma, Gonaria, Marisa, Anna, Ornella, Alice, Donatella, Maria Teresa, Sonila, Cristina, Jennifer, Lola e molte altre. Tutte hanno voluto lasciare nella testimonianza del loro percorso anche un messaggio positivo per quanti visiteranno la mostra.

Un ringraziamento a tutti coloro hanno contribuito all’allestimento della mostra Ipercoop e Le forme dell’arte